20071217

Il cielo della provincia

La provincia ha ritmi diversi. Le abitudini sono decisamente più radicate che nelle grosse città, le regole più precise e più osservate. In provincia, per esempio, si va a tavola molto spesso alle 12,30, mai dopo le 13. Una consuetudine che nasce non per caso ma da una serie di particolari condizioni che altrove difficilmente si realizzano. Una città piccola, il lavoro a poche centinaia di metri, schemi di comportamento omogenei. Appena termina il lavoro si va a casa, dove è già pronto il pranzo – per la solita ora perché l’ora è sempre la solita – pronto perché nella piccola città i costi sono inferiori e spesso non c’è bisogno di lavorare in due. Appena termina il lavoro si va a casa perché la città piccola non ha strutture per il mezzogiorno: i locali/panino, con la casa a due passi, non avrebbero senso, la sosta al bar per un aperitivo inciderebbe troppo sui tempi del rientro, quattro chiacchiere ritarderebbero il pranzo dei figli che rientrano, anch’essi con tempi ristretti, dalla scuola. E allora si va a casa, una casa che non è più la casa funzionale del passato e non è nemmeno la casa comoda del presente. È una giusta via di mezzo dove parenti ed amici si trovano a proprio agio anche se il bicchiere è ancora minuscolo e se i liquori sono ancora chiusi a chiave; è un posto dove le tradizioni continuano ma non c’è nessuna preclusione per le novità ch ritroviamo mescolate qua e là, senza regole precise. Ci sono mobili nuovi e mobili vecchi, senza che questo ponga problemi a nessuno, senza che i suggerimenti delle riviste d’arredamento siano troppo visibili o intuibili. Spazi più ampi non costringono a forzate soluzioni di incastri e mancano leziosi accostamenti di colori e di forme. La gente delle Piccole Città si veste nello stesso modo con cui arreda le case, un po’ di funzionalità e un po’ di novità, senza preoccuparsi troppo del risultato, anche perché tutti gli altri usano schemi simili. Lo stesso abbigliamento funziona praticamente in tutte le occasioni, tranne in quelle particolari dove è di rigore un abito scuro, con camicia bianca e cravatta.
Si vive comodi, insomma, senza eccessive imposizioni formali. In queste condizioni, con continue libertà, è più facile mantenere la propria identità. I tempi morti sono ridotti al minimo e ciascuno si può informare, leggere di più, fare una vita tranquilla senza sentire costantemente l’incalzare dei tempi, senza venire coinvolto dal grigiore metropolitano che si riflette persino sui volti dei bambini. In provincia l’uomo ha tempo, per se stesso e per la propria famiglia, gli impegni non sono pressanti anzi spesso possono essere rimandati senza che ciò danneggi qualcuno. In queste condizioni l’uomo può dedicarsi anche agli altri, seguire gli schemi di comportamento degli uomini che lo hanno preceduto, mantenere le cose buone del passato senza rifiutare quello che di buono può darci il presente. Qust’uomo lavora, risparmia, ogni giorno costruisce il futuro suo e dei suoi figli perché il cielo, in provincia, è ancora sereno.

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